Rinforzo positivo nell’educazione del cucciolo
Il cane non dà una connotazione morale agli eventi; ne consegue che non ci sono comportamenti giusti o sbagliati ma comportamenti che funzionano o che non funzionano.
Se tutte le volte che il cane si siede riceve coccole, attenzioni, cibo etc., sedersi funziona! Gli permette di ottenere il risultato desiderato, tenderà quindi a sedersi più spesso e a mantenere più a lungo questa postura.
Qualsiasi evento che aumenta la frequenza di esibizione di un certo comportamento è un rinforzo positivo.
L’utilizzo del rinforzo positivo ci permette di rendere vantaggiosi determinati comportamenti allo scopo di aumentare la voglia del cane di ripeterli, senza costrizioni, sgridate e punizioni varie.
Questo metodo educativo deve essere messo in pratica da subito, ovvero quando il cucciolo arriva a casa: vedrete in poco tempo come il cucciolo è felice di esibire il comportamento perché funziona, perché gli permette di ottenere quello che vuole.
Possiamo quindi rinforzare il cane quando si siede dandogli qualcosa di gradito tutte le volte che ripete il comportamento, e utilizzare questo principio per insegnarne molti altri.
Il rinforzo positivo è un potente strumento di apprendimento. Talmente potente che agisce anche senza accorgersene: in qualsiasi momento della giornata in casa o in giardino potete infatti rinforzare involontariamente comportamenti indesiderati ed aumentare la tendenza del cane a ripeterli.
Facciamo due esempi molto frequenti di rinforzo positivo di un comportamento sbagliato:
- se il cane abbaia per farsi dare la pallina e voi gliela lanciate, state rinforzando l’abbaio da richiesta che diventerà sempre più insistente;
- se il cane mendica a tavola e gli allungate dei bocconcini gli state insegnando ad essere pressante e fastidioso durante il vostro pasto.
- se il cuccioli tende a saltare addosso quando sente che è ora di mangiare e voi gli date subito il cibo per calmarlo, state rinforzando il saltare addosso per ottenere cibo.
Il rinforzo positivo può essere tutto ciò che il cane desidera e che per lui ha un valore importante: cibo, gioco, contatto affettivo, libertà etc.
È facile intuire come sgridate, strattoni etc. siano totalmente inutili e addirittura dannose. Di fatto non insegnano nulla al cane. Non gli dicono cosa fare.
Con il metodo gentile insegniamo al cane quali sono i comportamenti desiderati anziché punire quelli sgraditi.
Favorire un comportamento collaborativo con il cucciolo
Sviluppare un comportamento collaborativo del cucciolo significa insegnargli a fare riferimento al proprietario quando vuole qualcosa ed esibire un comportamento calmo e controllato.
Se il cane tira al guinzaglio per l’eccitazione e voi lo liberate, gli state insegnando che perdere il controllo funziona, gli permette di ottenere la libertà.
State quindi rinforzando la sua tendenza ad agitarsi e a non prendervi minimamente in considerazione. Se invece al contrario lo slegate solo quando non tira e vi guarda, imparerà ad ottenere la libertà calmandosi e dandovi attenzione.
Con la ripetizione e la costanza negli esercizi svilupperà questa abitudine generalizzandola nei diversi contesti sociali.
In questo senso il comportamento diventa collaborativo: il cane impara ad agire come partner della coppia e non più come singolo individuo.
In questo modo il cuccolo impara che nella vita niente è gratis e che potrà ottenere quello che vuole solo chiedendo il consenso al proprietario attraverso un comportamento educato.
Guardare oltre il comportamento
I cani non sono macchine programmabili sulla base delle esigenze delle persone, ma esseri senzienti dotati di capacità cognitive e stati emotivi.
Emozioni differenti corrispondono a comportamenti differenti: per intenderci un cane ansioso non si comporterà come un cane allegro. Conoscere il comportamento ci permette di definire lo stato emotivo del cane e di agire adeguatamente al contesto.
Se ad esempio in una certa situazione il vostro cane non è in grado di darvi attenzione, tira al guinzaglio e annusa ovunque, il suo livello di stress è decisamente elevato ed ostacola la capacità di concentrazione.
Comprendere la situazione consente di evitare di considerare erroneamente il cane come disobbediente e aumentare la pressione con comandi e richieste che finirebbero per stressarlo ancora di più.
Se il cane assume una postura eretta e rizza il pelo sul dorso sta provando aggressività, non lo costringeremo quindi a passare vicino ad un altro cane aumentando il suo nervosismo.
Saper cogliere gli stati emotivi permette di conoscere le intenzioni del cane e prevederne le reazioni, aiuta ad evitare situazioni di rischio e a tutelarlo da eventi eccessivamente stressanti migliorando il suo benessere.
Affinché il cane sia in grado di stare al mondo, di relazionarsi con altri cani e persone e seguire il proprietario in diversi contesti, deve avere adeguate competenze emotive e sociali.
Le emozioni guidano il comportamento: ne consegue che le azioni che il cane compie in una certa situazione sono una diretta espressione del suo stato emotivo.
Sviluppare competenze emotive e sociali significa insegnare al cane a non reagire impulsivamente alle situazioni, gestire la frustrazione, riflettere, mantenere la calma e l’autocontrollo.
Se siete al bar con il vostro cane, non dovrebbe essere necessario chiedergli “seduto!”; un cane educato è in grado di adeguare autonomamente il proprio comportamento al contesto sociale in cui si trova.
Questi sono i punti su cui ritengo fondamentale lavorare durante i percorsi educativi con i proprietari per aiutarli a costruire una relazione ottimale con il proprio cane e renderlo un membro attivo della famiglia e della società.
E’ importante sottolineare che un approccio di questo tipo deve prevedere un certo numero di lezioni individuali. Ogni coppia cane – proprietario porta con sé personalità e problematiche diverse che rendono essenziale una personalizzazione del percorso.
Per questo considero totalmente inutili i corsi di obbedienza collettivi basati unicamente sull’insegnamento di esercizi meccanici come “seduto”, “terra”, “resta”, “condotta”, “richiamo”.
Il cane non è una macchina da programmare, non potete inserire un cd di installazione per avere un cane educato.
Dovete innanzitutto imparare a conoscerlo, a comunicare con lui, sviluppare fiducia, empatia, collaborazione e tutto quello di cui vi ho parlato nella descrizione del metodo.
Senza tutto questo, i comandi restano una sterile esibizione funzionale forse in un campo cinofilo ma senza alcuna utilità pratica nella gestione quotidiana.
Una volta acquisite le basi dell’educazione potrete proseguire il percorso esplorando le attività sportive come l’agility, l’obedience, il freestyle, la ricerca, etc.
Solo a questo punto il vostro cane avrà l’autocontrollo e l’attenzione necessari per riuscire nelle diverse attività e voi avrete le competenze per guidarlo nel modo corretto.
Praticare qualche attività con il cane, semplicemente a scopo ludico e ricreativo è molto utile per rinsaldare il legame con il vostro amico migliorando il suo benessere fisico e mentale.